Raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sullo ius culturae.
In Italia la cittadinanza segue il principio dello ius sanguinis: sei italiano se almeno uno dei genitori è italiano (con alcune varianti nel caso ad esempio di chi discende da emigranti in Argentina…).
Un bambino nato da genitori stranieri può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento è rimasto in Italia legalmente e ininterrottamente. La condizione dei ragazzi è legata a quella dei genitori e al loro permesso di soggiorno.
Nel 2017 il Parlamento è stato coinvolto nella discussione di progetto di legge per estendere le possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. La proposta allora prevedeva due forme:
– una versione ‘temperata’ di ius soli. Secondo l’allora proposta non bastava l’essere nati sul suolo italiano ma per almeno uno dei genitori erano richiesti 5 anni di soggiorno regolare, un reddito dimostrabile, un alloggio idoneo e il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana.
– lo ius culturae rivolto ai bambini di età inferiore ai 12 anni che avrebbe reso possibile il conseguimento della cittadinanza italiana dopo un ciclo di studi.
Per diverse ragioni (Mancanza di coraggio dei proponenti? Mancanza di numeri per l’approvazione in Parlamento? Sensazione di non condivisione nel Paese? … il tutto unito ad una grossa confusione, più o meno voluta, tra immigrati, clandestini, barconi, sicurezza e terrorismo) il cammino in Parlamento è stato interrotto ma rimane nel Paese la necessità di regolamentare le forme per ottenere la cittadinanza italiana a partire dai ragazzi che, nati o meno in Italia, nel nostro Paese hanno studiato o stanno studiando, parlano la nostra lingua, hanno anche i nostri costumi e i cui genitori, residenti nel nostro Paese da tempo, non hanno commesso reati, qui lavorano e qui pagano contributi e tasse.
Avere la cittadinanza facilita percorsi legati allo studio, al lavoro, allo sport, nei concorsi pubblici, nelle gite scolastiche, nelle competizioni sportive. Non è solo una questione di cose che si possono fare o meno; per i bambini e i ragazzi avere la cittadinanza significa ‘essere eguali’ a partire dalla scuola, tra compagni di classe. Sono circa 800 mila i bambini e i ragazzi in attesa di questa possibilità: sono italiani nella vita di ogni giorno ma restano stranieri per la legge.
È compito degli adulti rimuovere gli ostacoli e per questo riprendiamo il filo spezzato nel 2017 sostenendo una proposta di legge di iniziativa popolare ispirata al principio del cosiddetto Ius Culturae. Una legge di civiltà, che contribuisce ad accrescere la capacità di integrare e di guardare al futuro.
Per questo sabato 21 settembre raccoglieremo le firme a Treviglio dalle 9 alle 12 nella zona Mercato e dalle 16 alle 19 in Piazza Manara; si può firmare anche presso l’Ufficio elettorale del Comune.
Partito Democratico – Circolo di Treviglio
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