Oggi 27 giugno Matteo Salvini aprirà la Festa della Lega a Treviglio.
È sempre stata una vetrina interessante per i leader leghisti; basterebbe ricordare l’infelice uscita di Roberto Calderoli sull’ex Ministro Cecile Kyenge alla festa del 2013.

Ma il Ministro dell’Interno non è secondo a nessuno. Incurante delle oggettive difficoltà della SeaWatch ha dichiarato: “Non darò l’autorizzazione di sbarco a quella comandante sbruffoncella”. Stesso stile del suo collega di partito ma qui c’è un aggravante evidente: una nave ha bisogno di entrare in un porto per far sbarcare delle persone che hanno bisogno.

Pensare di aiutare delle persone forse non è di moda e ‘buonista’ è usato come offesa ma non ci dobbiamo sentire dei fessi se vediamo un difetto di umanità in questo modo di affrontare i problemi di povera gente; poveri come lo siamo stati noi non molto tempo fa.

Mi chiedo perché questo popolo, quello italiano, non chiede ai propri governanti di fare un passo oltre le frasi fatte. Con uscite tipo “Non possono venire tutti qui”, “Aiutiamoli a casa loro”, “Affondiamo le navi”, “La Sea Watch in Italia non arriva, può restare in mare fino a Natale e Capodanno”, “Non darò l’autorizzazione di sbarco a quella comandante sbruffoncella”… si può distrarre il Paese dai problemi veri, si possono stravincere le elezioni e si può passare del tempo al bar ma non governare un Paese serio.

Non conta quanti followers o haters possono dare man forte al Ministro e non è questione di contrapposizione destra-sinistra, il livello è più profondo. E poi mi hanno insegnato che fare i prepotenti con i deboli è da vigliacchi.

Uno come Matteo Salvini che:

  • ha brillato per assenze mentre era parlamentare europeo,
  • brilla per assenze dai vertici europei mentre è ministro,
  • ha costruito la sua fortuna su poche decine di migranti che non fa entrare nei porti mentre tace sulle migliaia che ritornano in aereo dalla Germania,
  • ha parole sprezzanti mentre il suo ruolo chiederebbe un atteggiamento di ben altro tipo e spessore

può avere anche uno straordinario consenso nel Paese ma rimane quello che è.

E per definirlo vorrei citare le parole che lui stesso ha usato contro la 31enne comandante della nave Carola Rackete ma sarebbe ingeneroso verso quest’ultima che deve affrontare il dramma di decine di persone fuggite dalla Libia (che non è certo né un posto né un porto sicuro) mentre il Ministro gira l’Italia vorticosamente a distribuire cattiverie, aprire le feste della Lega ed invocare i Santi.

Per quel che può contare io non darò il benvenuto a Matteo Salvini. Neppure per rispetto istituzionale trattandosi di un Ministro della Repubblica perché a mio modesto avviso non se lo merita.

“Non me sta bene che no” mi verrebbe da dire, come quel Simone che ha tenuto la schiena dritta con CasaPound a Roma. Ecco, capita che un 15enne rappresenti meglio i valori della Repubblica.

Davide Beretta


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