La scadenza per portare le osservazioni alla Variante al Piano di Intervento Integrato “Ex Baslini” adottato dal Consiglio comunale il 27 marzo 2018 ci ha portato a rifare il punto su quella martoriata area cittadina.
Parliamo di quei 85.000mq che nei piani di Habita (proprietario dell’area) dovrebbero diventare 700 appartamenti gestiti in 8 lotti. Per ora saranno solo supermercati per 5.700mq (Stralcio 1). Si, anche qui supermercati.
Inquinamento per sempre
A nessuno sfugge la desolazione della parte visibile ma i più non sono consapevoli di quanto c’è sottoterra: una contaminazione (da arsenico ad esempio) accumulata in decenni di funzionamento della azienda chimica Baslini ora chiusa. Un quadro preoccupante, molto preoccupante! Riguarda sia i terreni che la falda, un inquinamento che non è rimasto contenuto all’interno della recinzione esterna e che segnerà per sempre la zona. Noi non concordiamo con un progetto che pensa di costruirci proprio sopra case per 1500-2000 nuovi abitanti, aldilà delle valutazioni sull’effettiva necessità di questo insediamento per la nostra città.
La barriera idraulica esistente (un gruppo di motori installato per emungere l’acqua inquinata) estrae 195 litri/secondo di acqua, pari a oltre 6.000.000 mc/anno. Tradotto sono 2.500 piscine olimpioniche ogni anno.
E l’assurdità sta nel fatto che tale massa d’acqua contaminata viene riversata, senza depurazione alcuna, nella rete irrigua e da qui potenzialmente alla catena alimentare tramite le coltivazioni. Questa pratica, legale ai tempi della progettazione della barriera, è oggi vietata (L. 98/2013, che ha integrato l’art. 243 del D.Lgs. 152/2006). Ma la barriera continua a funzionare nello stesso modo!
L’esercizio della barriera ha un costo stimabile in 200-250.000 € annui, più il costo del rifacimento dei pozzi richiesto dalla frequente rottura delle pompe. Questi costi, secondo la convenzione, dovranno essere sostenuti dalla cittadinanza a partire dal completamento dei lavori di urbanizzazione e per un tempo ad oggi non definibile, forse infinito. I costi ambientali dell’attività imprenditoriale di Baslini si riverseranno quindi sulla popolazione. Ci si aspetterebbe un “chi inquina paga”, siamo al “chi subisce paga”. Non basta, il Comune, oltre ai costi, si dovrà anche assumere la responsabilità civile e penale del corretto esercizio della barriera (L.68/2015 sugli “Ecoreati”).
La bonifica dei terreni e la successiva edificazione dell’area non porteranno alla risoluzione della contaminazione della falda, perché i terreni saturi (quelli che si trovano “immersi” in acqua di falda) sono impattati e rilasceranno contaminanti per un tempo molto lungo, non quantificabile con precisione ma valutabile in decine di anni. Come una spugna intrisa di inchiostro che rilascia di continuo il liquido nero che tutto sporca. Tutte le criticità descritte potrebbero essere superate definitivamente adottando un approccio di bonifica più attuale, basato sul trattamento “in situ” del terreno saturo (al di sotto del livello della falda), mediante l’iniezione in falda di prodotti in grado di immobilizzare i contaminanti o renderli innocui in tempi certi e brevi. Ma la convenzione deve essere modificata!
Fine lavori mai
Non risultano normative nazionali o regionali che prevedono deroghe al termine di 10 anni per l’attuazione dei piani urbanistici, anche qualora un intervento rilevante sia frazionato in stralci. Il Piano “Ex Baslini“ poggia su una convenzione datata 2006 e, grazie ad una legge del 2013, i termini sono estesi di altri 3 anni. Quindi i lavori dovrebbero terminare nel 2019. Ma non siamo certo in tale situazione e il cronometro sembra riavviarsi ad ogni variante, anche se di impatto modesto.
Resta da notare che nella Conferenza dei Servizi dell’aprile 2017 il Dirigente del Settore Tecnico Assolari sostenne che non era accettabile che il termine per la bonifica, stabilito in 28 mesi, fosse solo puramente indicativo e chiese di modificarlo in “prescrittivo”. Che fine ha fatto questa più che condivisibile richiesta per evitare che la bonifica non si concluda mai? Nel cestino evidentemente.
Quindi uno degli elementi più importanti di ogni convenzione (stabilire i tempi) non trova alcun ascolto: indefiniti i tempi per la bonifica, indefiniti i tempi di ultimazione lavori, imprevedibile la realizzazione dell’edificio polifunzionale ad uso pubblico. Nel piano a maggior impatto per Treviglio si vivrà alla giornata, si vedrà cosa suggeriranno gli eventi!
Traffico ingestibile
Lo studio del traffico redatto dall’Ing. Massimo Percudani, incaricato dal Comune, dice che “l’impatto del progetto ex Baslini sulla rete viaria, già non trascurabile nello Stralcio 1, diventa, come si evince dai risultati del modello dinamico per lo Scenario finale, difficilmente gestibile a regime, quando venissero realizzati tutti i carichi urbanistici previsti” se non si realizza una strada di collegamento verso via Peschiera e la SP 11 (la strada tra Treviglio e Cassano) e una rotatoria sulla SP 11. Di questo non vi è traccia né tra le opere di urbanizzazione primaria necessarie all’attuazione del PII né nel quadro di oneri e tempi regolato dalla Convenzione urbanistica.
Uno studio del traffico serio che finisce nel cestino alla prima prova concreta.
Procedure inusuali
Degno di rilievo quanto riportato dalla Convenzione all’art. 3.7: per l’attività di collaudo Habita “si impegna a presentare una rosa di numero cinque professionisti tra i quali il Comune di Treviglio dovrà scegliere il collaudatore”. Interessante: il collaudato sceglie il collaudatore e il Comune di Treviglio resta in panchina a guardare. Come chiedere ad un studente di darsi il voto da solo mentre l’insegnante è imbavagliato. Chapeau a chi ha scritto la Convenzione, evidentemente non con il contributo della parte che dovrebbe difendere l’interesse pubblico.
Sarà il caso che l’Amministrazione comunale riguardi per bene la convenzione, per evitare che un disastro si trasformi in un disastro con fregatura aggiunta per tutti i cittadini. Da parte nostra valuteremo le azioni necessarie, ricorsi compresi, per rimettere in discussione una convenzione che ci pare almeno inadeguata.
Davide Beretta
Segretario Circolo PD Treviglio
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